Calori Guido (prima metà sec. XX - 1969)
95 unità archivistiche di primo livello collegateFondo
Consistenza archivistica: bb. 43, unità archivistiche 95
Il fondo è costituito in larga parte da corrispondenza. La corrispondenza varia comprende quella di natura istituzionale, testimonianza della fitta rete di relazioni che l'artista aveva con accademie, istituzioni, artisti, politici, docenti dell'epoca, e quella più privata, famigliare. Accanto alle copiose lettere dei mittenti si conservano molte minute di Guido Calori, nonché della moglie Emma Zucchelli, sempre pronta a supportare il marito. Altrettanto preziosa e ricca è la serie dei disegni originali dell'Artista, realizzati su fogli sciolti o su taccuini, a matita e a sanguigna. Album di fotografie dei lavori eseguiti dai suoi allievi rappresentano la sua attività didattica come docente presso le varie Accademie di belle arti. Nel fondo è presente una copiosa raccolta fotografica comprendente la riproduzione sia di opere realizzate dall'Artista, sia di opere d'arte utilizzate dal medesimo per motivi di studio; inoltre, una preziosissima raccolta di lastre fotografiche su vetro. Al fondo è aggregata una raccolta artistiche di cartoline acquistate da Guido Calori, nonché materiale bibliografico costituito principalmente da libri d'arte, anatomia, scultura, italiani e stranieri con note dello scultore e riviste d'epoca.
Storia archivistica:
Alla morte di Guido Calori, mentre le sue opere erano raccolte nello studio di via Pinciana 6, a Roma, la documentazione personale era presso la sua abitazione, conservata dalla moglie Emma Zucchelli, ma in stato di totale disordine. In seguito allo sfratto da parte del Comune di Roma dallo studio, nel 1964 tutto il materiale fu trasferito in un locale in via Flaminia 122, all’interno di una storica palazzina; la documentazione, in particolare, fu collocata in un soppalco all’uopo costruito. Nel corso degli anni Giovanni Mastino Calori, nipote di Guido, si adoperò con grande cura al riordino, per quanto possibile, dell’archivio, a cui si aggiunse, nel 1970, la restante documentazione che era in possesso della nonna Emma, nell’abitazione di viale Parioli. Documenti, corrispondenza, note e materiali grafici trovarono così una prima sistematizzazione. Un nuovo trasloco avvenne negli anni Ottanta, allorquando, non trovando in Roma altri locali a costi contenuti, il figlio di Guido, Mario, acquistò in San Gemini l’ex convento delle suore clarisse (monastero di Santa Caterina), situato nel Rione Rocca, ove furono trasferite le principali opere scultoree e pittoriche del padre, oltre all’archivio, alla biblioteca e agli strumenti di lavoro. Sei sale dello stabile sono state adibite a sede espositiva permanente a partire dal 1987; nel 1991 il Palazzo Calori e la sede museale sono stati dichiarati di interesse particolarmente importante e sottoposti a vincolo da parte della Sovrintendenza per i Beni AA.AA.AA. e SS. dell’Umbria. L’archivio, la biblioteca ed ad alcuni strumenti di lavoro dell’artista sono stati collocati in altra stanza a piano terra. L’archivio, a motivo del suo indubbio valore storico-documentario, è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante dalla Soprintendenza archivistica per l’Umbria il 10 marzo 1992, ai sensi degli artt. 13 e 14 del decreto legislativo 22 gen. 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).
Nel 2002 è stata costituita dagli eredi dell’artista la Fondazione Museo dell’opera di Guido Calori, riconosciuta giuridicamente nel 2003 (già Associazione culturale Guido Calori nel 1986), al precipuo scopo di conservare, valorizzare e rendere fruibile un patrimonio artistico e culturale di notevole pregio, da quel momemto soggetto conservatore delle opere artistiche e dell’archivio.
L’Archivio, insieme alla bibloteca, è collocato in una stanza attigua ad una sala espositiva, è in ottimo stato conservativo e privo di inventario od altro strumento di corredo.
Lingua della documentazione:
- ita
Stato di conservazione:
buono
Compilatori
- Prima redazione: Roberta Galli (digital archivist) - Data intervento: 04 luglio 2023
Link risorsa: https://archivio.centrostudiventotene-santostefano.it/fonds/1898