|||
Biblioteca di storia moderna e contemporanea

Biblioteca di storia moderna e contemporanea (s.d.)

135 unità archivistiche di primo livello collegate

Archivio

La Biblioteca di storia moderna e contemporanea origina dalla Sezione Risorgimento della Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II di Roma, istituita nel 1880 con l’obiettivo di raccogliere materiale bibliografico, documentario e museale relativo al Risorgimento. Tra il 1906 e il 1909 viene creato e insediato il Comitato nazionale per la storia del Risorgimento cui la Sezione risorgimentale è affidata. Tra il 1917 e i primi anni ’20 viene sancito il distacco definitivo della Sezione dalla Biblioteca nazionale e la costituzione della Biblioteca museo archivio del Risorgimento, con un proprio conservatore−consegnatario dipendente direttamente dal Ministero della pubblica istruzione (r.d. 23 ottobre 1924, n. 1821).
Gli anni ’30 segnano cambiamenti istituzionali profondi e lo smembramento della originaria raccolta risorgimentale; in particolare il r.d.l. 20 luglio 1934, n. 1226 e il r.d. 22 novembre 1937, n. 2181 staccano la Biblioteca – che assume la denominazione attuale – dalla specificità e dalle raccolte risorgimentali che vengono prese in carico dall’Istituto storico per l’età del Risorgimento, con sede al Vittoriano. La Biblioteca, nel corso dei decenni successivi, si andrà specializzando nelle acquisizioni relative alla storia moderna e contemporanea, con particolare riguardo a quella italiana.
Il rapporto con l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, sancito nel 1934, sarà risolto con il d.l. 12 aprile 1945, n. 356 che porrà la Biblioteca direttamente sotto il Ministero della pubblica istruzione, fino all’istituzione del Ministero per i beni culturali e ambientali, sotto la cui giurisdizione passerà nel 1974.

Questo l’elenco dei conservatori e dei direttori della Biblioteca:
Emilio Pecorini Manzoni, 1910−1923;
Mario Menghini, 1923−1933;
Camillo Mammone, 1933−1934;
Federico Chabod, 1934−1935;
Walter Maturi, 1935−1936;
Camillo Mammone, 1936−1937;
Walter Maturi, 1937−1941;
Federico Curato, 1941−1943;
Virginia Carini Dainotti, 1944−1952;
Fernanda Ascarelli, 1952−1955;
Lucilla Mariani, 1955−1956;
Marta Friggeri, 1956;
Maria Sandirocco, 1956−1967;
Raffaele Ciasca, 1967−1968;
Maria Olivieri Sangiacomo, 1968−1973;
Maria Angela Motta Robotti, 1973;
Giovannella Golisano Morghen, 1973−1983.

Un aspetto rilevante nella vita della Biblioteca – insieme ai mutamenti istituzionali – sono stati i cambi di sede. Dal Collegio romano, sede della Biblioteca nazionale, nel 1921 essa fu trasferita a palazzetto Venezia. Da qui, nel 1939 fu trasferita a palazzo Mattei di Giove, sede attuale.
Dunque, la Biblioteca nasce come sezione risorgimentale della Biblioteca nazionale, è caratterizzata fino agli anni ’20 dall’attività intensa e specializzata di ricerca e acquisizione di materiali bibliografici, documentari, museali relativi al Risorgimento italiano. A partire dalla metà degli anni ’20, questa attività rallenta e negli anni ’30 appare di routine. A partire dal 1938, con la separazione della Biblioteca dall’istituto del Risorgimento, e dunque dalla maggior parte del patrimonio librario e documentale acquisito fino ad allora, questa inizia a occuparsi maggiormente di storia moderna in senso generale.
Accanto ai mutamenti che interessano la Biblioteca e il suo cospicuo patrimonio, dalle carte dell’archivio emerge il ruolo culturale rilevante che questa riconquista nel secondo dopoguerra. La figura di Virginia Carini Dainotti appare fondamentale proprio in questo senso, da lei infatti partono le iniziative volte da un lato a migliorare le condizioni generali di vita del personale, provato come tutti, dalle privazioni della guerra e dell’immediato dopoguerra, dall’altro a ridare efficienza e senso all’attività pubblica della biblioteca, dall’altro ancora a prendere parte alle iniziative più ampie che iscrivessero nuovamente la biblioteca in un contesto culturale cittadino, nazionale e internazionale.
Un importante filo conduttore della vita istituzionale, lunga e articolata, della Biblioteca lo si percepisce bene attraverso le “Informazioni
bibliografiche” e il “Prestito esterno”, cioè attraverso la corrispondenza con gli utenti – che fossero accademici, studenti, storici locali, appassionati – che richiedono informazioni, generiche o articolate, su temi specifici o che richiedono accesso a testi custoditi altrove. Il prestito interbibliotecario infatti contribuisce a conferire alla Biblioteca la funzione fondamentale di crocevia.

Per la storia istituzionale e per quella archivistica vedi: P. RUSCIANI, Biblioteca di storia moderna e
contemporanea, in MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI. DIREZIONE GENERALE PER
I BENI LIBRARI E GLI ISTITUTI CULTURALI, Sussidi eruditi, n. 55, Archivi di biblioteche. Per la storia
delle biblioteche pubbliche statali, pp. 219−230, Roma, 2002.