Archivi del Centro studi sulla cultura e l'immagine di Roma (1971 - 2025)
685 unità archivistiche di primo livello collegateArchivio
Metri lineari: 38.5
Consistenza archivistica: 687 unità archivistiche conservate in 128 buste per un totale di 28 metri lineari, più 90 buste schedate a livello di serie per un totale di 10,5 metri lineari.
Abstract:
Il Centro studi sulla cultura e l’immagine di Roma nasce nel 1982 per realizzare i voti formulati dal “Comitato nazionale per la celebrazione del terzo centenario della morte di Gianlorenzo Bernini”, istituito nel 1980 e presieduto da Giulio Carlo Argan.
L’atto costitutivo dell’associazione viene registrato il 1° febbraio 1982 dal notaio Nicolò Bruno alla presenza dello stesso Argan e degli storici dell’architettura Renato Bonelli e Marcello Fagiolo, già segretario del Comitato berniniano. Oltre ai loro nomi, figurano tra i soci fondatori altre personalità di spicco della cultura e dell’università di allora: gli storici dell’arte Cesare Brandi e Angiola Maria Romanini, il direttore dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana Vincenzo Capelletti, l’ingegnere e architetto Guglielmo de Angeli d’Ossat, Francesco Sisinni, direttore generale per i Beni culturali e ambientali, e Gianni Eugenio Viola, direttore per le attività culturali dell’Istituto della Enciclopedia Italiana.
La prima sede del Centro studi viene fissata a Roma, in via della Lungara 10, presso l’Accademia dei Lincei, dove il Centro studi sarebbe rimasto fino al 2017. In quell’anno viene trasferito presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma, inizialmente trovando nuova sede in una stanza all’interno degli uffici della sala “Manoscritti e rari”. Nel 2024 la Biblioteca nazionale ha concesso dei nuovi spazi al secondo piano degli uffici generali della Biblioteca (Viale Castro Pretorio, 105, 00185 Roma).
Secondo l’articolo 2 dello Statuto del 1982 l’istituto ha per fine:
- “lo studio, in un quadro multidisciplinare, della storia e della cultura urbana a Roma, sviluppando il programma del Comitato nazionale per la celebrazione del terzo centenario della morte di Gianlorenzo Bernini (…) nel cui seno esso è nato”;
- “la promozione di convegni, seminari, corsi internazionale di alta cultura e altre iniziative didattiche e scientifiche”;
- “la costituzione di un archivio documentario e iconografico e la formazione di una biblioteca specializzata".
Nel corso degli anni il Centro ha pertanto promosso e coordinato ricerche e attività scientifiche interdisciplinari sulla storia di Roma, con particolare attenzione alla prima età moderna e alle arti del Rinascimento e del Barocco: convegni, seminari, corsi internazionali di Alta cultura (con istituzione di borse di studio per giovani studiosi italiani e stranieri), mostre e pubblicazioni di studi e ricerche. D’intesa col Comitato nazionale berniniano e con l’Accademia nazionale dei Lincei ha inoltre promosso importanti progetti nazionali di ricerca (come “Arte e cultura nell’Italia del Seicento”, “Centri e periferie del barocco” e “Atlante nazionale del Barocco”), finanziati dal Ministero della pubblica istruzione e dell’università e in collegamento coi programmi internazionali dell’UNESCO (“Les espaces du Baroque”) e del Consiglio d’Europa (“Les routes du Baroque”); ha promosso e coordinato le attività di numerosi Comitati Nazionali (Bernini, Raffaello, Anni Santi, Sisto V, Roma Barocca, Vignola) oltre alle edizioni nazionali delle opere di Pirro Ligorio e dei testi delle opere di Gian Battista Piranesi.
Oltre a questo il Centro si occupa della promozione della poesia in dialetto romanesco e di iniziative in onore di Mario dell’Arco nell’ambito del “Fondo Mario dell’Arco”, d’intesa con la Fondazione Besso e con altre istituzioni.
Per più anni, a partire dal 1987, il Centro di studi è stato inserito dal Ministero per i beni culturali e ambientali nella Tabella nazionale degli istituti di rilevante valore culturale.
Con decreto del 31 maggio 1999 ha ottenuto il riconoscimento giuridico.
Marcello Fagiolo ne è stato il direttore fino al 2023 quando ha assunto la carica di presidente dopo la morte Portoghesi. L’attuale direttore è Mario Bevilacqua.
L’archivio del Centro studi sulla cultura e l’immagine di Roma è un archivio complesso costituito da più fondi archivistici.
Oltre all'archivio istituzionale vero e proprio, che rappresenta naturalmente la partizione più consistente dell'intero patrimonio documentario, sono presenti altri piccoli fondi, frutto di donazioni o atti di deposito contratti da eredi o aventi diritto, in virtù dell’alto profilo scientifico del Centro studi.
Questi sono:
- Villa Blanc
- Oscar Savio
- Luigi de Gregori
- Mario Dell'Arco.
Nel corso dell'ultimo riordinamento effettuato nel 2025 sono stati inoltre individuati altri nuclei documentari prodotti da soggetti diversi dal Centro studi e naturalmente confluiti tra le carte, per promiscuità e continuità.
Questi sono:
- Comitato nazionale per la celebrazione del terzo centenario della morte di Gianlorenzo Bernini 1680−1980
- Carte di Marcello Fagiolo (1980−2025)
*Carte di Maria Luisa Madonna (1971−2007).
Se il primo trova il suo giusto spazio all'interno della sezione dell'archivio istituzionale, in quanto momento fondativo del Centro studi, i materiali di studio e ricerca di M. Fagiolo e M. L. Madonna, sia per questioni di accesso, che di gestione e trattamento, sono stati espunti e messi da parte creando per loro un'apposita sezione di "Fondi personali".
Storia archivistica:
L’archivio del “Centro studi sulla cultura e l’immagine di Roma” è attualmente conservato presso i locali occupati dal Centro studi presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma.
Dalla sua nascita, nel 1982, il Centro ha dovuto affrontare due trasferimenti di sede che hanno comportato il relativo trasferimento di materiale e un cambiamento di disposizione e organizzazione delle carte e del proprio patrimonio documentario.
Ospitato fino al 2017 presso l’Accademia Nazionale dei Lincei, in via della Lungara 10, ha trovato poi sede presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma, prima in una stanza all’interno degli uffici della Sala manoscritti e rari, infine, dal 2024, al secondo piano degli uffici generali della Biblioteca.
L’Archivio istituzionale è stato dichiarato di interesse culturale dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio con decreto del 5 ottobre 2011.
Il presente inventario e’ esito di un lavoro di riordino realizzato da luglio a ottobre 2025 da Costanza Stefanori (coordinatrice) e Dimitri Affri con la collaborazione di Marta Beninati, nell’ambito dell’incarico affidato dal Centro studi sulla cultura e l’immagine di Roma alla società di servizi archivistici Memoria srl.
Link risorsa: https://archivio.centrostudiventotene-santostefano.it/fonds/4964