Protocolli diversi (metà sec. XIII - sec. XVIII)
3 unità archivistiche di primo livello collegateSerie
Consistenza archivistica: 70 unità
La serie Protocolli diversi, abbreviata in P.D., è costituita da 70 unità, di cui 63 registri e 7 unità archivistiche e raccoglie documenti, in originale e in copia, manoscritti su carta, in pergamena e a stampa, riguardanti i vari aspetti della vita del Monastero e della Comunità Benedettina lungo tutta la sua storia. I documenti sono cronologicamente compresi nel periodo che va dalla metà del sec. XIII fino al XVIII secolo, segnalando che la maggior parte della documentazione interessa i secoli XVI−XVII, e che sono presenti riferimenti a documenti e vicende del Monastero a partire dal sec. XI. Nella descrizione del contenuto delle unità e non negli estremi cronologici si specifica l’arco cronologico di riferimento della documentazione contenuta. Alcuni registri raccolgono gli “Acta beneficiorum”, ossia gli atti riferiti ai benefici goduti dal Monastero o dalle chiese ad esso legate: sono presenti atti relativi ai vari possedimenti, descrizioni minuziose delle varie tenute, la gestione degli affitti, carte riguardanti l'alienazione di beni, il godimento di censi, e poi atti di cause, processi, monitori, sentenze, licenze, suppliche. Fittissimi erano i rapporti con la cancelleria pontificia; infatti, tanti sono i monitori, i decreti, le disposizioni della Sacra Rota e i brevi, documentazione analoga a quella raccolta nella serie Diplomatico; cospicua la documentazione riferita alle chiese della città e del contado che si trovavano sotto la giurisdizione del Monastero, ossia elenchi, inventari, computi delle entrate e delle uscite, resoconti delle visite, testamenti, memoriali, ecc. Ogni chiesa era governata da un rettore che veniva nominato dal Capitolo dei monaci: la documentazione attesta l’avvicendarsi dei vari rettori con le collationes, cioè con il conferimento dell’incarico, con le renunciationes, ossia le rinunce spontanee dei titolari della carica e le revocationes, cioè le revoche imposte dall’autorità competente. Tutte le attività legate alla gestione dei beni delle chiese sono testimoniate da atti giuridici di varia natura come affitti, testamenti o compravendite, ecc. Altri registri raccolgono “Iura diversa” e “Iura diversa Monasterii”, ossia una raccolta di leggi attestanti posizioni del Monastero su questioni di proprietà o confini; numerosissimi gli atti di cause e relative informationes, ossia documenti istruttori, esame dei testimoni, acquisti e vendite di beni, stime dei terreni, contratti di affitto, accordi tra il Monastero e i privati per la realizzazione di opere pubbliche, lavori all’interno del Monastero stesso, decreti, mandati, suppliche, monitori, documenti riguardanti la Sacra Congregazione del Concilio e della Sacra Congregazione dei Regolari, sentenze, lodi arbitrali, ecc. Presenti, inoltre, notizie riguardanti la vita del Monastero come i verbali dei capitoli dei monaci, lettere e memoriali e atti relativi ai monasteri femminili benedettini e non; documentazione economica di varia natura, come per esempio computi, catasti, quietanze e ricevute. Alcuni registri riguardano la Congregazione Cassinese e contengono privilegi, concessioni, licenze pro bono regimine, norme, decreti, lettere, memorie dell'unione di chiese alla detta Congregazione, visitationes, e anche tutte le questioni riguardanti lasciti, affitti, inventari e relativi computi e resoconti, ecc. Molti documenti riguardano l’Abbazia di S. Pietro, ma altrettanti hanno per oggetto le abbazie italiane come, per esempio, il Monastero dei SS. Benedetto e Feliciano di Foligno, S. Pietro di Assisi, Subiaco, Tagliacozzo o Gradara. Un altro gruppo è costituito dagli “Acta donationum”, in cui è possibile reperire tutta la documentazione riferita alle varie donazioni di cui ha beneficiato il Monastero, attraverso atti di cause, atti di concordia tra enti religiosi e privati, acquisizioni, donazioni, concessioni, assegnazione di alimenti, testamenti, iura hereditatis e anche vere e proprie disquisizioni su materie giuridiche che si dispiegavano per diversi anni. Delle famiglie che facevano donazioni al Monastero sono presenti gli alberi genealogici e le memorie. Altri registri raccolgono gli “Acta exemptionum et onerum”, ovvero disposizioni e leggi del Governo pontificio per il godimento di particolari esenzioni da parte del Monastero di San Pietro, ma anche da parte di altri monasteri della Congregazione Cassinese. Come dice lo stesso titolo, è possibile reperire documentazione che testimonia gli oneri che lo stesso Monastero sosteneva sia nei confronti del Governo pontificio sia verso il Comune sia verso terzi, con l’elargizione di elemosine a vario titolo. Presente una notevole quantità di documentazione a stampa, come editti e bandi tramite i quali si comunicavano le varie disposizioni; tanti i documenti riguardanti i versamenti che il Monastero effettuava al Comune come le gabelle per i focolari, le tasse per le fonti e per l’acquedotto, per il Monte di pietà, per la manutenzione dell’alveo e dei margini del Tevere, tasse sul macello, sul pesce e sul macinato, ecc. In alcune unità della serie sono presenti disegni e piante di possedimenti realizzati o in calce alle varie scritture, o inserite nella legatura del registro. Ancora elemosine fatte al Monastero e dal Monastero a favore di terzi, revoca di esenzioni e poi carteggio, memorie, computi; non mancano anche qui documenti pontifici, ossia monitori, decreti e poi ancora atti di cause e sentenze riferite sempre a tale argomento. “Acta emphiteoticorum” è il gruppo che comprende i documenti relativi all'affitto delle terre, alla loro compravendita, in cui compaiono anche tutte le spese relative al mantenimento delle case che si trovavano nei vari possedimenti. Numerosi gli atti di cause per il rinnovo dei contratti di enfiteusi alla morte dei contraenti, memorie e testamenti. “Acta monialium” raccoglie invece le carte riguardanti la vita dei monasteri benedettini femminili presenti nella città di Perugia: si tratta di documenti pontifici, decreti, sentenze, suppliche, corrispondenza con la Sacra Congregazione degli ordini religiosi, questioni economiche di lasciti e donazioni, quindi testamenti e relative cause, entrate e uscite, assignatio alimentorum; ma anche una parte sostanziosa di documenti che testimonia la vita quotidiana come ordinazioni e professioni, licenze e fides receptionis. “Visitationes” comprende le relazioni delle visite alle chiese soggette al Monastero di S. Pietro. Sono presenti anche registri che raccolgono documenti relativi a particolari località in cui il Monastero aveva possedimenti, come Collemedio, Casalina, Ripabianca e altre. Alcuni registri riguardano particolari cause civili che videro coinvolto il Monastero per alcune eredità lasciate ai monaci da insigni privati come Pantasilea Vibia, moglie di Geronimo Baglioni: alle questioni legate a tale eredità sono dedicate numerose unità in cui compaiono atti di cause, memoriali, testamenti, ecc. I nomi che si individuano nei registri denominati “Haereditas” sono molteplici: Placido Placidi, Annibale Lattanzi, il vescovo Sigismondo Cristoforo conte di Herbestein, Flavio Rosari, Antonio Simonetti, ecc.
Storia archivistica:
La serie in esame fu creata con il preciso intento di provvedere da parte dei monaci, ad una organica e razionale sistemazione di una enorme massa documentaria che si presentava sciolta, allo scopo di definirne un ordine e di consentirne un’agevole gestione, sia per la conservazione che per il reperimento dei singoli documenti. Le unità vennero create accorpando documenti affini tra loro per contenuto, si crearono delle rubriche iniziali e si diede omogeneità esteriore alla serie stessa. La funzionale e razionale organizzazione della massa documentaria di gran parte della serie deve essere avvenuta entro gli anni Sessanta del sec. XVII, epoca a cui risale la stesura dello strumento di ricerca più antico dell’archivio del Monastero, ossia i due tomi in folio di Cornelio Margarini, che individuò, nella “Librorum dispositio”, 47 unità, così come a noi si presentano oggi. Tale organizzazione venne fatta in stretta analogia con l’impianto già esistente delle tre – una per ogni materia – in cui si trovavano sistemati i documenti sciolti. La descrizione parziale della serie offerta dall’ “Indice” di Margarini si spiega con il naturale incremento della produzione documentaria e l’altrettanto naturale accrescimento della serie con l’organizzazione in unità archivistiche. I Protocolli diversi nella loro integrità sono stati descritti per la prima volta nell’ “Indice nuovo” di Giuseppe Belforti del 1800, a seguire poi negli inventari di Cappelli e Lamberti. Dal punto di vista esteriore, le unità si presentano per la maggior parte come registri con legatura e coperta in cartone rivestito di pergamena e lacci di chiusura, o con coperta in cartone. Fanno eccezione P.D., 1, relativo agli atti della Legazione di Perugia e P.D., 40, un registro del XVI secolo, che presentano coperte originali di pergamena e corregge di cuoio e le 7 unità archivistiche che vanno da P.D., 50-54; P.D., 59; P.D., 64, costituite da fascicoli o unità documentarie non rilegati. Ad eccezione degli ultimi tre registri (P.D., 68-70), ciascuna unità è individuabile con delle lettere alfabetiche capitali apposte sul dorso (ripetuta da P.D., 2 a P.D., 25 anche sul piatto anteriore) in progressione singola (da “A” a “Z”) e poi multipla (“AA”, fino a “AAAA”); questa era la antica segnatura che contraddistingueva originariamente ciascuna unità all’interno della serie. Sono presenti poi dei numeri arabi scritti in etichette, apposte in concomitanza dell’intervento di Lamberti durante la ricognizione generale del materiale dal 1930 al 1934 nella parte inferiore del dorso (dove sono state sostituite recentemente) o anche sul piatto anteriore. Sempre sul dorso è riportato anche il titolo (presente a volte anche nel piatto), che rende ragione della tipologia documentaria in esso contenuta o dell’argomento trattato. In alcuni pezzi (P.D., 49-P.D., 66) il titolo è riportato in un’etichetta coeva, realizzata con inchiostro e decorata con cornici e fregi. Frequente, poi, il ripetersi della scrittura del titolo sul frontespizio, spesso realizzata con lettere inchiostrate e calligrafiche. Il registro P.D., 2 è il “Liber privilegiorum et Brevium venerabilis monasterii Sancti Petri de Perusio”, un cartulario in cui sono stati trascritti i più significativi atti per la storia dell’Abbazia fino al 1568, strumento molto prezioso perché tramanda in copia alcuni documenti non più presenti in originale. La varietà di argomenti ed eterogeneità di tipologie documentarie è facilmente reperibile all’interno delle singole unità grazie a degli indici iniziali, ossia rubriche organizzate alfabeticamente, redatte al momento dell’impianto della serie, o da regesti scritti nei singoli documenti o nelle camicie dei fascicoli. Questi sunti, come anche gli indici delle unità (P.D., 48- P.D., 70) che non compaiono nell’ “Indice generale” di Margarini, sono stati realizzati quasi tutti da un ignoto autore, forse un monaco del Monastero che ha completato anche l’ “Indice vecchio”, il quale ha compiuto un oneroso e prezioso lavoro, provvedendo a passare in esame una notevole mole di carte sciolte, a datarle, regestarle e a dare anche una numerazione ai singoli pezzi con numeri romani. La cartulazione o paginazione è pressoché regolare, tranne nei casi volta per volta segnalati. La documentazione, complessivamente, si trova in buone condizioni. Spesso in uno stesso registro sono presenti documenti in originale e in copia, manoscritti su carta, su pergamena o a stampa. Sono presenti molti fogli bianchi, perché in origine la documentazione era sciolta e al momento della rilegatura sono stati compresi anche dei documenti che avevano, ab origine, una parte bianca, come, per esempio, le lettere. In alcuni casi l’entità numerica dei documenti raccolti in ogni singola unità, l’eterogeneità delle tipologie documentarie, l’accorpamento delle carte senza, a volte, il rispetto della progressione cronologica e soprattutto la presenza di documenti non datati, hanno determinato la scelta di esprimere i riferimenti cronologici di ciascun pezzo con i soli secoli di riferimento, esplicitati nella descrizione del contenuto.
Lingua della documentazione:
- lat
Note alla condizione di riproduzione:
Nel presente progetto è stato possibile finanziare la digitalizzazione di soli tre volumi.
Soggetti produttori
- Abbazia di San Pietro in Perugia 0966 - 1890
Link risorsa: https://archivio.centrostudiventotene-santostefano.it/fonds/5098