Di Liegro, Luigi ( Gaeta (LT), 1928 ottobre 16 - Milano (MI), 1997 ottobre 12 )

Tipologia: Persona

Altre denominazioni: Don Luigi Di Liegro

Profilo storico / Biografia

La vita di Luigi Di Liegro inizia come direttore dell’Ufficio Pastorale del Vicariato di Roma dal 1972 e della Caritas Diocesana dal 1979, rappresenta una delle pagine più alte della storia ecclesiale e civile di Roma del secondo Novecento. La partecipazione dell’intera città ai suoi funerali, celebrati dal Card. Vicario Camillo Ruini nella Basilica di S. Giovanni in Laterano il 15 Ottobre del 1997; la presenza delle più alte cariche dello Stato; un numero senza precedenti di parroci, insieme a centinaia di operatori e volontari del terzo settore; e molti di quegli “ultimi” ai quali aveva votato la sua vita, sono stati il segno eminente del valore della sua testimonianza.

Luigi Di Liegro nasce a Gaeta il 16 ottobre, ultimo di otto figli. Il padre Cosmo aveva più volte tentato di emigrare in America, sempre respinto come clandestino. Quando a dieci anni Luigi manifesta l’intenzione di andare in Seminario, Cosmo inizialmente si oppone. Tuttavia Luigi viene accolto presso il Santuario del Divino Amore a Roma. La sua vocazione è sostenuta in particolare dalla sorella maggiore Maria, Suora del Divino Amore, autentica guida umana e spirituale per Luigi fino all’ordinazione sacerdotale e per tutti gli anni del suo ministero pastorale.
Il 4 aprile del 1953 è ordinato sacerdote e nominato viceparroco di S. Leone Magno al Prenestino.

Nel 1958 don Luigi prende parte in Belgio a un corso di formazione, proposto dalla J.O.C. (Gioventù Operaia Cristiana), sui temi della pastorale del lavoro. Visita le miniere dove operano molti emigrati italiani e impara a condividerne i percorsi e le sofferenze.

Nel 1964 viene chiamato in Vicariato dal Card. Clemente Micara a lavorare a un nuovo assetto della Diocesi, più aderente alle ampie trasformazioni sociali che investono la città.

Nel 1969 in collaborazione con il Centro di Studi sociali dell’Università Gregoriana, dà vita alla prima “Indagine sociologica sulla religiosità dei cristiani di Roma”. L’iniziativa mette in luce la preoccupante divaricazione fra una fede ancora dichiarata dalla stragrande maggioranza dei romani e le scelte concrete sul piano etico e sociale che gli stessi cittadini dichiaravano di operare. Questa divaricazione sarà, a detta dello stesso don Luigi, fra i motivi ispiratori del convegno del Febbraio 1974.

Nel 1972 Don Luigi è chiamato dal Card. Angelo Dell’Acqua a dar vita al “Centro pastorale per l’animazione della comunità cristiana e i servizi socio-caritativi”, di cui diventa Direttore. Manterrà questo incarico fino al termine della sua vita. In questa cornice è essenziale comprendere anche il vero significato che la Caritas ha avuto nel suo pensiero e nella sua azione. Da questo ufficio porta a termine la nuova articolazione territoriale della diocesi, che è poi quella attuale. Riunisce le parrocchie in cinque grandi “settori”, a loro volta divisi in “prefetture”, che cerca di far coincidere con i confini delle circoscrizioni. Va ricordato che fin dagli anni Sessanta don Luigi si era adoperato affinché le comunità parrocchiali fossero luoghi di educazione alla partecipazione, in linea con le indicazioni emerse dal Concilio Vaticano II.

Il 12 febbraio 1974 si apre nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, il celebre convegno sui mali di Roma, intitolato: La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di giustizia e di carità nella diocesi di Roma. Don Luigi, incaricato dal Card. Ugo Poletti, ne è il coordinatore e l’anima. Il convegno porta alla luce le debolezze e le mancanze della capitale, denunciando le responsabilità e segnando una svolta nel rapporto fra la Chiesa e le istituzioni cittadine.

Periodo 1974 – 1987 – Gli anni Ottanta segnano la nascita e la crescita repentina della Caritas Diocesana di Roma, ideata e diretta da don Luigi dal novembre del 1979 fino al termine della sua vita. Una Caritas pensata per praticare “una carità che tende a liberare le persone dal bisogno e quindi a renderle protagoniste della propria vita”. Don Luigi diventa un interlocutore decisivo della vita cittadina: giunte, realtà ecclesiali, forze civili e politiche dovevano confrontarsi con lui e con la sua strategia tesa ad alleviare le sofferenze degli esclusi. La Caritas ingaggia così una vasta battaglia contro la povertà, l’emarginazione e l’indifferenza. Tuttavia per don Luigi non basta limitarsi a interventi di tipo emergenziale. Occorre invece elaborare modelli innovativi d’intervento, grazie anche a un’intensa attività di studio e di ricerca che lui considera indispensabile. Il carattere innovativo e lungimirante dei servizi da lui creati ne fa ancora oggi un perno essenziale del sistema di welfare della città. Nascono centri di ascolto, ambulatori, centri di raccolta e distribuzione di medicinali, un ostello (intitolato a lui dopo la sua morte), una mensa per le persone senza fissa dimora. Il povero, secondo don Luigi, non era solo una questione del cristiano. Trattandosi non già di beneficenza ma di giustizia e di diritti civili, la questione non può non essere politica. E la politica andava sollecitata di continuo.

Contemporaneamente, sul finire degli anni Settanta Don Luigi sceglie di diventare pastore della nascente comunità di Centro Giano, una piccola borgata in prossimità di Ostia, di cui resterà il riferimento fino al termine della sua vita. Lo anima una doppia convinzione: che un prete non è tale senza una comunità e che sia indispensabile leggere la realtà con lo sguardo di chi ne abita le periferie.

Nel 1988 Don Luigi inaugura “Villa Glori”, nel cuore del quartiere Parioli, fra i primissimi centri in Italia dedicati all’accoglienza delle persone sieropositive. Di nuovo una sfida all’indifferenza, alla paura e alla cultura dell’emarginazione.

Tra il 1990 e 1991si consuma a Roma la grande vicenda della Pantanella, che vede don Luigi protagonista di una dura battaglia in difesa di centinaia di migranti costretti a riparare nell’ex pastificio mentre ci si prepara ai mondiali di calcio. La conclusione drammatica fu la loro deportazione improvvisa verso le periferie della città. La vicenda segna forse il punto più basso nei rapporti fra don Luigi e le istituzioni capitoline.

Nel 1997 al momento della sua morte, avvenuta presso l’ospedale S. Raffaele di Milano il 12 ottobre, l’azione pastorale di don Luigi ha ormai ampiamente superato i confini di Roma. Dal principio degli anni Novanta la Caritas Diocesana, da lui fondata nel 1979, è presente in Albania e in ampie aree dei Balcani, segnate dalla guerra, dalla povertà e da una forte emigrazione. Altri interventi si sono nel frattempo susseguiti in diverse aree dell’Italia e del mondo.